giovedì 30 ottobre 2008

Giovedì 6/11/2008- Big Fish Lab - Egokid Live

da http://www.myspace.com/egokidit

Era più o meno l’inizio del 2000 e negli ambienti musicali circolava insistentemente la notizia della morte dell’indie a Milano. C’era un solo modo per capire se si trattasse di una storia vera: formare un gruppo indie. Fu così che nacquero gli Egokid e constatarono ben presto che… sì, era una storia vera. Ma ormai il gruppo era lanciato sulle magiche onde del successo in larga scala, avendo esordito sulla compilation Cane Andaluso “Blue Cammello” (una buona occasione di farsi Spazio per i due front men Diego Palazzo e Piergiorgio Pardo) e realizzato una serie di e.p. autoprodotti a tiratura superlimitata (cioè “lo vuoi? Te lo masterizzo”). The Egotrip Of The Egokid, pubblicato dalla Snowdonia nel 2003, è il loro debutto venato di psichedelia, low-fi e melodie neoconcettuali. Per la presentazione del disco l’etichetta siciliana, meritevole di aver rifondato il concetto di pop antagonista, invita a pranzo tutti i parenti di Cinzia La Fauci e fa recitare a ciascuno dei cinque musicisti “T’amo pio bove” su sottofondo rumorista e metarock. Faville! Egotrip convince la stampa di settore (Blow Up, Rumore, Rockerilla, Mucchio, Rockit e… beh, la stampa di settore era finita) e porta il gruppo a calcare il palco prestigioso del Tora Tora Festival nel 2004, diretto da Manuel Agnelli. Si esibiscono anche all’interno della trasmissione culto di Radiopopolare, Patchanka e per il singolo “Helen” realizzano con Andrea Caccia un video che verrà programmato su MTV in orario da pornazzo. Alcuni brani del disco vengono scelti dal regista torinese Louis Nero per la colonna sonora del suo debutto cinematografico “Pianosequenza”. In seguito Louis Nero finirà a Hollywood. Loro no. Ma ugualmente conquisteranno una finestra e due corridoi sull’America con la ristampa su Acidsoxx Musicks del loro debutto. Nel 2006 i nostri pubblicano per la EW con distribuzione Venus l’album “The K Icon”: canzoni, sempre più focalizzate sul connubio melodia-psichedelia, con spruzzi di jazz, easy-listening, elettronica d’accatto, ma senza disdegnare il motto rokkarolla. Il disco ottiene lusinghiere recensioni e si vende bene, soprattutto quando è a suo agio, riposato e negli ambienti nuovi. Ma ormai i tempi sono maturi per la svolta e i nostri, fulminati dall’ascolto collettivo di un vecchio album di Fra’ Giuseppe Cionfoli e dalla lettura della traduzione italiana delle memorie di Sylvie Vartan, decidono di scrivere nella lingua del Bel Paese. Forti della scelta partecipano al progetto teatrale multimediale “Matrimoni”, che debutta al Superstudiopiù di Milano, con la regia di Juan Diego Porta Lopez e la produzione del centro sperimentale di drammaturgia Outis, e suonano nell’edizione 2006 del “Miami Festival”, mentre un grande pannello con la foto di Sandro Pertini si srotola alle loro spalle durante l’esibizione. L’intelaiatura del pannello regge e il gruppo decide di perseverare. Nel frattempo, oltre al remix del brano Golden Egg a cura dei FareSoldi, vengono collezionate disavventure sentimentali in gran numero e relative psicoterapie e sedute di Shiatsu e meditazione bioenergetica. Da qui trae ispirazione la materia del nuovo album “Minima Storia Curativa”, che Aiuola Dischi “piccola etichetta ma curata” pubblica nell'aprile 2008, nel fiorir della primavera. Il disco mette in campo un immaginario composito, che va dal rock degli anni settanta alla canzone d’autore sofisticata, dal glam-pop metropolitano al disco-punk e vede la partecipazione di Francesco Bianconi, che duetta nel brano “l’ Orso”, Claudio Chiari alle percussioni, nonché di Bepi Vigna, sceneggiatore di Nathan Never, qui coautore del testo di “Imprevisti”. Il tutto col beneplacito di Arbasino, nel ruolo di musa ispiratrice. La supervisione tecnico-artistica ha turbato i sonni generalmente rumorosi di Maurice Andiloro, mentre acciaio di Brema, faggio nordeuropeo e un’ottima qualità di calce tunisina hanno cementato la pazienza di Matteo Cantaluppi alla cura dei missaggi.